L’aspettativa di vita media nel nostro Paese è progressivamente aumentata negli ultimi 100 anni; nel 1921, infatti, era di circa 50 anni; 30 anni più tardi era salita a 64 anni circa, nel 1981 a 71 e nel 2011 a 80; attualmente ci si aggira sugli 84 anni; stiamo però parlando di “medie”; in Italia infatti si contano circa 800mila ultranovantenni.
Si tratta di dati sicuramente positivi che mostrano un miglioramento della qualità di vita e un avanzamento delle cure mediche. L’invecchiamento della popolazione porta però con sé un problema ineludibile ovvero il fatto che molte persone debbano affrontare più a lungo nel tempo gli effetti invalidanti di diverse malattie croniche, fra le quali hanno un grande peso le patologie respiratorie.
Ciò pone ovviamente il problema di dover assicurare ai malati tutti quei trattamenti necessari per migliorare la loro qualità di vita; fra essi si ricorda in particolare il supporto alla respirazione, un trattamento che può essere somministrato attraverso apparecchiature medicali quali i dispositivi CPAP e i concentratori di ossigeno. Vista la loro importanza cerchiamo di scoprirne le principali caratteristiche.
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Dispositivi CPAP: ideali per le apnee notturne
La ventilazione con dispositivi CPAP è attualmente la terapia d’elezione per il trattamento della sindrome delle apnee ostruttive nel sonno, una condizione patologica ritenuta una delle cause più comuni di EDS Excessive Daytime Sleepiness, ovvero di eccessiva sonnolenza diurna. È dovuta a un’ostruzione, parziale o totale, delle prime vie aeree a livello della faringe.
La sindrome in questione è il disturbo respiratorio del sonno più comune e si caratterizza non soltanto per la comparsa di sonnolenza diurna, ma anche per la manifestazione di sintomi e segni quali russamento intermittente, sonno frammentato, cefalea mattutina, bocca asciutta al risveglio, riduzione della concentrazione ecc. In alcuni casi si riscontrano anche ipertensione arteriosa e riduzione della libido.
Grazie ai dispositivi CPAP è possibile trattare efficacemente l’apnea notturna; si tratta di apparecchi costituiti da un corpo centrale con un ventilatore, un tubo flessibile che collega al ventilatore una maschera nasale o facciale e un umidificatore. Altre condizioni patologiche trattabili sono la polmonite e la BPCO; la terapia ventilatoria risulta inoltre utile come supporto nel caso di malattie neurologiche che provocano difficoltà nella respirazione (per esempio la sclerosi laterale amiotrofica) ecc.
Esistono diversi tipi di apparecchio e sarà il medico a prescrivere quello più idoneo al caso specifico.
I concentratori di ossigeno: ideali per il supporto alle terapie di gravi patologie respiratorie
Nel caso di patologie respiratorie di particolare severità come per esempio fibrosi cistica, enfisema polmonare, insufficienza cardiaca grave, severe forme di BPCO o di polmonite, è probabile che il medico prescriva la somministrazione di ossigenoterapia tramite i concentratori di ossigeno.
Questi ultimi sono apparecchi medicali che funzionano estraendo l’ossigeno presente nell’aria, lo convogliano in un serbatoio per poi somministrarlo al paziente grazie a un’apposita cannula o a una maschera.
Diversamente che in passato, oggi sono disponibili concentratori di ossigeno portatili, decisamente meno ingombranti dei primi modelli fissi che limitavano molto la qualità di vita del paziente, costretto a effettuare la terapia restando in casa oppure recandosi in un’apposita struttura. Grazie a questi dispositivi il paziente può fare la terapia muovendosi liberamente. I livelli di concentrazione dell’ossigeno e le impostazioni di erogazione sono stabilite dal medico curante o dallo specialista pneumologo.
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